Un viaggio da duri e puri

Da Milano a Tarifa e ritorno in sella a una Suzuki GSXF-750.

Maroòn Five

La pagina ufficiale dei Maroòn Five, la band rock meno talentuosa di tutti i tempi.

Club Atlètico Boca Jouer

La squadra di calcio a 7 inconsciamente patrocinata da Claudio Cecchetto.

Movie Mash Up

Cosa scaturirebbe dalla fusione delle sceneggiature di alcuni tra i film più famosi di tutti i tempi? Probabilmente qualcuna di queste stronzate!

I racconti dell'appartamento

Non i soliti aneddoti di studentelli fuorisede.

30 apr 2009

Plug & Play

Rieccomi.

"Vostra signoria dei sentimenti", come uno dei miei "sparuti lettori" mi ha sarcasticamente soprannominato, ha vissuto una settimana a 3.000 all'ora. Piede fisso sull'acceleratore, senza concedersi neanche il tempo materiale per dormire.

Ho messo a fuoco un po' di cose in questi giorni: ho riscoperto il piacere che mi davano tanti piccoli momenti cui ormai mi ero rassegnato a rinunciare, ho mangiato Madeleines e ho suonato il gong. Ho capito così che il Vecchio aveva ragione.
Comunque, di tutto questo parlerò poi. Stasera sono qui solo di passaggio: questo spazio, il mio spazio, mi è mancato.

Adesso mi cambio ed esco. Apro il mio armadio, guardo cosa c'è dentro, e mi accorgo che non ho mai perso il piacere di ingozzarmi.

21 apr 2009

Lamentarsi per distrarsi

Stasera non mi sento tanto per la quale.

"Questa è una cattiveria, che, a colui che ne è colpito, dà un profondo dolore: gli dà il senso di un mondo di totale incomprensione, dove è inutile parlare, appassionarsi, discutere; gli dà il senso di una società dove per sopravvivere, non si può che essere cattivi, rispondere alla cattiveria con la cattiveria... Certamente quello che devo pagare io è particolarmente pesante, ma delle volte mi dà un vero e proprio senso di disperazione, ve lo confesso sinceramente"

Non riesco a trovare la mia collocazione nel mondo. Questo mi secca, piuttosto e anzichenò. Non mi sento sereno in nessuna casa perchè, a prescindere dalla guerrilla, in nessuno dei miei rifugi c'è serenità. Sono un po' spaesato, lo confesso. Non credo sia vittimismo, constato semplicemente che tutto sta andando a posto tranne me. Non che io non voglia, ho solo paura di accelerare troppo i tempi. Meglio aspettare un po', ma essere sani davvero, piuttosto che guarire con un placebo. Non voglio strascichi, per questo vado cauto. Forse continuo a fare danni (o "disgrazie", come le definisce Wilson), non lo so. A volte mi sento un pesce fuor d'acqua, che si dimena mentre piano piano muore asfissiato. L'unica cosa che voglio è che ci si assicuri che io sia defunto, prima di scaricarmi nel cesso...

"Dimmi che la gente mi ama per come sono e non per come appaio."
"Certo, dato che appari molto peggio di come sei.."

"Avevo un bellissimo futuro davanti e l'ho buttato via.."
"Qual è il problema? Vuoi un figlio? Fattelo.."

"E se lei andasse via, dopo così poco tempo, con uno dei miei amici di sempre?"
"Te la devi prendere in culo."

"Mettiti nei miei panni..."
"Lo faccio, e so benissimo che nessuno al mondo vorrebbe essere nella situazione in cui sei."

"Non pensare che io sia pazzo."
"Tu non sei pazzo, sei divertente.."

Dopo aver ricordato alcune delle frasi più belle e surreali che mi sono state dette da chi in questo periodo mi è stato vicino, va un po' meglio...

E' dura la vita in trincea, ma che ci volete fare...


20 apr 2009

Meteo

Buonasera,

nei prossimi giorni clima romantico-variabile su tutto il territorio, con qualche rovescio in serata causato dalle correnti calde provenienti dall'emisfero sinistro del cervello.

Desta crescente preoccupazione il potenziale passaggio del ciclone Wilson, che nel corso delle ore sta acquisendo sempre maggior intensità e vigore. Nato sotto forma di depressione tropicale nel bel mezzo dell'oceano, ben presto è divenuta una tempesta e successivamente un ciclone tropicale di Cat.1, primo stadio di allerta per la formazione di queste singolari strutture depressionarie. Attualmente sta imperversando su una piccola isola, ma le previsioni indicano come, nel momento massimo dell'intensità acquistata, potrebbe raggiungere prima la la costa e poi l'intero continente. Si consiglia dunque di prepararsi al suo passaggio, rinforzando gli infissi delle abitazioni con assi di legno ed evitando il più possibile i lunghi spostamenti in auto.

Grazie per l'attenzione, arrivederci.

19 apr 2009

Patria o muerte!!!

Il ciclo della resa è sospeso.

Non è ancora tempo di abdicare. Lo farò quando verrà raggiunta una vera consapevolezza, senza condizionamenti, che evidentemente ora non c'è.
Ho sbagliato, su tutta la linea. Ho fatto scelte che non tenevano conto di aspetti importanti, prima perchè non volevo crederci e poi perchè ho voluto fidarmi di promesse fatte ad altri e non mantenute.
Questa non è una cosa su cui voglio ritrovarmi a pensare col senno di poi. La posta in gioco è troppo alta per avere rimpianti. Non me lo posso permettere.

"La sola vittoria contro l'amore è la fuga"

Questo aforisma di Napoleone Bonaparte fino a ieri era la mia scelta. Fuggire, dimenticare. Lenire la sofferenza, sostituendola però col rimpianto. Evitare il pericolo di toccare il fondo e farsi troppo male, barattando una serenità contingente con un "e cosa sarebbe successo se.." costante.

No, non è la scelta giusta. Certo, Napoleone è Napoleone. Ma lo sapete cosa disse immediatamente prima della battaglia di Waterloo? Questo:

"Wellington è un pessimo generale. Prevedo la vittoria entro l'ora di pranzo"

Tutti possono fare errori di valutazione. Io ne ho fatto uno gigantesco scegliendo una resa anticipata, e forse ora è troppo tardi per tornare indietro. Comunque, vale la pena tentare. Quando tocchi il fondo puoi sempre scegliere: lasciarti andare all'autocommiserazione o stringere i denti e continuare a lottare. Ho deciso: la seconda che ho detto.

Ma andiamo con ordine. Iniziando da qui, citando ciò che mi ha detto Cavour nella nostra chiacchierata:

"Se lei sta andando da un'altra parte, scusa se te lo dico, è perchè tu le hai messo in mano un biglietto di sola andata. E potrai farti tutte le domande che vuoi su ciò che è successo prima, ma ormai non puoi prescindere da quello che hai fatto."

Questo è il punto di partenza. Se è tutto finito, è solo colpa mia. Nobody's fault but mine, urlerebbe il Martello degli Dei. Come si fa a fare una cosa del genere e lo stesso dire di amare una persona? Onestamente, non so rispondere. Lo faccio e basta, è conscia irrazionalità. So però cosa voglia dire vivere con la consapevolezza di aver fatto soffrire enormemente la persona che si ama. E ci faccio i conti ogni giorno.

Ma cosa è successo dopo? Stasera è di questo che voglio parlare.

"È la verità! Sono nervoso, sono stato e sono molto, molto, terribilmente nervoso; ma perché volete dire che sono un pazzo? Il male ha affinato i miei sensi, non distrutti, non annientati. Più di chiunque altro avevo avuto acuto il senso dell'udito. Ho ascoltato tutte le voci del cielo e della terra. Molte ne ho intese dall'inferno. Per questo sono pazzo? Uditemi! e osservate con che precisione, con che calma io posso narrarvi tutta la storia."

Dopo ciò che le ho fatto, mi aspettavo di essere eliminato per sempre. Di essere sbattuto fuori in immediato dalla sua vita a calci, perchè oggettivamente era quello che meritavo.

Ebbene, non è successo.

Nonostante tutto, non ce l'ha fatta. Questo mi ha stupito, mi ha stupito ricevere il gesto d'amore più eclatante della mia vita in una situazione del genere. Io l'ho ferita a morte facendole crollare il mondo addosso, ma lei non ha smesso di cercarmi. Di aver voglia di sapere dov'ero nel mondo. Addirittura, di preoccuparsi per me.
Non è stato un periodo breve, ci siamo sentiti costantemente fino a 15 giorni fa. Per due lunghissimi mesi, regolarmente; non si è trattato dunque di isolati momenti di debolezza. Mail e sms giornalieri, qualche telefonata e saltuariamente chiacchierate di persona.
Parlavamo di noi, ovviamente, ma non solo. Ci tenevamo al corrente ognuno della vita dell'altro, perchè sentivamo fosse giusto. Ci rendevamo partecipi ognuno della vita dell'altro.

Paradossalmente, ero io che spesso cercavo di farmi da parte. Un po' mi sentivo in colpa, un po' pensavo che lei lo facesse per compassione. Perchè stavo male davvero, e lei lo sapeva. Ma non volevo tenerla legata a me per questo.

In risposta, lei mi ha scritto questo. Siamo all'inizio di Marzo:

"Interpreti tutto a capocchia...non è che mi faccio sentire perchè altrimenti tu ti suicidi ma perchè così mi va."

Di nuovo, a metà Marzo, le ho scritto questo:

"Sto meglio, questo è quello che devi pensare e questo è l'aggiornamento... Pensa a te per favore."

E lei:

"Riesco a pensare a tutti e due."

Siamo andati a pranzo insieme il giorno del suo compleanno. Il 16 Marzo, lo stesso giorno del rapimento di Moro (che c'entra? Per me c'entra). Le avevo dato appuntamento all'una e dieci, ma lei mi ha chiesto di anticipare all'una. E non perchè avesse impegni. Le ho dato il mio regalo, semplice ma mirato: il videogioco di Super Mario per la Wii; non so perchè, ma lei ha un debole per gli idraulici italoamericani... Eravamo rimasti che un giorno me l'avrebbe fatto provare. Il regalo era accompagnato da un bel biglietto in cui le dicevo chiaramente che ciò che desideravo era rendere possibile ricostruire qualcosa insieme. L'ho fatto a modo mio, certo, ma il senso era quello. Lei lo ha capito, dicendomi che ciò che avevo scritto era molto bello anche se altrettanto triste.

Anche io ho ricevuto, con ovvio ritardo, il mio di regalo di compleanno da lei. Meravigliose cuffie Bose. E darmele è stato un gesto importante, perchè avrebbe dovuto farlo la sera in cui le ho detto tutto. Nonostante questo, ha pensato fosse giusto che le avessi ugualmente.

Ancora, mi ha mandato la bozza della presentazione della sua tesi affinchè la leggessi e le dessi eventualmente qualche modifica. Le parlavo dei miei lenti progressi con la chitarra, e lei mi diceva che le sarebbe piaciuto sentirmi suonare. Stavo scrivendo il suo manifesto di laurea, avrebbe voluto leggerlo; non in pubblico dopo la discussione, sarebbe stato molto triste e probabilmente avrebbe pianto. Lo avrebbe fatto davanti a me, una lettura privata.

Stavo meglio, e stavo meglio grazie a lei che era lì a tirarmi su per i capelli, nonostante io l'avessi affossata in quel modo.

"Mi sto riprendendo piano piano… Tutto grazie al mio generatore di energia, che vive a pochi isolati da casa mia…"

"E che lavora a pochi metri dalla tua banca?"

Sì, lavora a pochi metri dalla mia banca.

Cosa vuol dire tutto questo? Dove si può trovare la forza per comportarsi così, se non nell'amore? E cosa vuol dire se, nonostante tutto ciò che è successo, c'è ancora un sentimento?
Non ho una risposta per queste domande, ma stavamo cercando di scoprirla insieme piano piano. Nessuno dei due poteva sapere in che direzione stessimo andando, se verso un ravvicinamento o un allontanamento definitivo. Lo avremmo scoperto insieme, col tempo. Tutto era potenziale, sono parole sue. Dopo, comunque fosse andata, ci sarebbe stata grande serenità tra noi.

La nostra situazione si evolveva: avevamo deciso di istituzionalizzare certi appuntamenti; sentirci al telefono regolarmente, come punto di partenza per andare in un senso o nell'altro. Magari dopo avremmo potuto legarci un pranzo insieme e poi altro, oppure decidere di cercarci più saltuariamente. Ogni sera le mandavo una canzone che sentivo parlasse di noi, e spesso la commentavamo insieme. Piccole cose, ma nella situazione in cui eravamo facevano comunque riflettere.

Non mi illudevo di niente però, la mia posizione era questa:

"Io sto facendo un grossissimo lavoro su me stesso, per vivere al meglio il momento in cui tu ti staccherai totalmente da me. Questo è lo scenario largamente più probabile, lo so benissimo… Se da un lato cerco di controllarmi, dall’altro però non posso smettere di amarti e di manifestarlo… Non posso tenermelo dentro, esploderei… L’unica cosa che io posso fare è cercare di esprimermi con un linguaggio nuovo lanciandoti piccoli segnali da lontano, data la distanza che ho creato tra noi. Onestamente non mi dispiace: ogni canzone che ti invio, ogni parola che ti dico è ricamata su misura per te. E’ facile esprimere amore sconfinato dicendo a una persona “ti amo” guardandola negli occhi; farlo attraverso i Led Zeppelin è un po’ più arduo, ma io ci provo lo stesso… Poi sarà quel che sarà. Detto questo, io te lo dico sempre: tutti i messaggi che ti mando sono senza impegno e con diritto di recesso: non sei ovviamente obbligata a rispondere, e soprattutto ti basterà una parola per farli smettere."

E ancora:

"Semplicemente starò qui, poi se a te interessa venire a raccogliere un cazzone avariato che però è in grado di garantirti amore eterno ed incondizionato ben venga… Senza impegno, come le pentole Mondial Casa… Capito?"

Comunque, c'era una continua evoluzione. Avevamo intrapreso un cammino insieme, e percorrerlo ci faceva bene.
Al telefono una sera mi ha detto che nonostante tutto pensava che fossi ancora l'uomo della mia vita. Di questo non ho evidenza scritta, ma non me lo sono inventato. Non potrei farlo, perchè è una cosa troppo importante. So che magari vuol dire poco o niente, però è stato ugualmente un messaggio forte. Arrivato meno di un mese fa.

Poi, il punto di svolta. Esterno a noi. A fine Marzo, ho saputo. All'inizio ho reagito male, malissimo:

"Mio dio, chi ti sta più vicino pensa che io sia un mostro ed inoltre ti ama. Come speri che io possa vivere pensando a questa cosa?"

E' stata lei, ancora una volta, a rassicurarmi:

"Non hai avuto nessun colpo, non sei di troppo e non devi uscire di strada per schiantarti. Cosa cambia adesso ? Cambia solo il fatto che ora hai giustificazioni di un allontanamento che ti aveva fatto soffrire...o no?"

Quella sera ci siamo visti, ne abbiamo parlato e sono andato via più tranquillo. Mi ha fatto vedere la sua tesi rilegata, un altro gesto importante totalmente gratuito. Questo, venti giorni fa.

Alla fine però, non sono riuscito a convivere con l'idea di quella nuova presenza. Non posso tollerarla per moltissimi validi motivi, di cui magari parlerò nel ciclo della resa. Vedevo il sentire me e frequentare lui contemporaneamente, con quei presupposti, come due cose totalmente incompatibili. Ho troncato quindi bruscamente. L'ultima mail me l'ha mandata lei, il 3 Aprile, chiedendomi cosa avessi fatto di bello la sera prima. 15 giorni fa. Poi più niente. Quella sera avremmo dovuto sentirci al telefono, la prima delle nostre “telefonate istituzionalizzate”.

Ho sbagliato, dio sa quanto. Mai come ora le due cose sono compatibili, è naturale che sia così. Invece, ho preferito fuggire.

Tutte le cose di cui ho parlato prima però hanno un peso, non possono non averlo. E penso sia giusto analizzarle, e farlo insieme. Non importa se dopo soffrirò, sono disposto a farlo se la posta in gioco è la piena consapevolezza. Si può farlo solo ora, perchè dopo sarà forse troppo tardi. Se davvero andrà dove sembra diretta, infatti, provocherà il nostro totale e permanente allontanamento. Non potrà che essere così, per ciò che la persona che ora le è vicino rappresentava per me e soprattutto per il modo in cui tutto è nato e si è sviluppato. Ma questo punto lo chiarirò un'altra volta.

Così, tre giorni fa l'ho chiamata. Abbiamo parlato a lungo, ed io le ho chiesto di darmi l'opportunità di tornare a sentirci come prima. Di provare a capire insieme che cosa si celi dietro tutti quei gesti gratuiti. Magari di frequentarmi saltuariamente in questa sorta di periodo ponte, non in intimità e con ovvi limiti, per aiutarci a comprendere davvero cosa significhino questi ultimi due mesi. Per decidere a ragion veduta, spazzando via la prospettiva del senno di poi.

Ho sbattuto contro un muro.

Mi ha detto che in questo periodo in cui non ci siamo sentiti ha raggiunto una "nuova consapevolezza", capendo che il suo sentimento verso di me si era affievolito da tempo, e che sarebbe stato impossibile sentirsi e vedersi se non "tutti insieme".

Ho trovato il suo discorso quantomeno strano, perchè in così pochi giorni le sue opinioni erano diametralmente cambiate. Io ero rimasto a questo:

"Abbiamo certamente imparato che una storia non si trascina fino all'estremo anche se l'amore c'è e non passa."

"L'amore c'è e non passa". Ben diverso da "Il mio amore si era affievolito da tempo".

Cosa è successo negli ultimi 15 giorni? Io mi sono totalmente eclissato. Lei dice che è proprio stando da sola che ha raggiunto la sua "nuova consapevolezza".

Sbaglia, per il semplice fatto che non è stata da sola.

In questo periodo ha vissuto esclusivamente la sua nuova presenza, avvicinandosi sempre di più. Constatando sviluppi importanti.
Avevo intuito ciò che stava succedendo già quando mi aveva detto che potevamo vederci esclusivamente "tutti insieme". Parole pronunciate con una punta di imbarazzo, che quindi riporto appositamente virgolettate. Ho comunque aspettato a trarre conclusioni, parlandole e cogliendo sempre più contraddizioni nel suo discorso.

Il suo sentimento si era affievolito da tempo, e se anche non le avessi fatto del male ci saremmo lasciati comunque.

No.

Non è così, lo so io e lo sa lei. Ne abbiamo sempre parlato, sia quando eravamo insieme sia in questa sorta di periodo ponte.

Entrambi sapevamo quali fossero i nostri problemi, ma non li abbiamo mai affrontati davvero; semplicemente, non ne eravamo capaci. Non siamo mai riusciti a prendere le distanze l'uno dall'altro per porre rimedio seriamente, perchè per noi era inaccettabile l'idea di stare separati. Insieme sempre: quando una persona è così importante per te da diventare portante nella tua vita, è terribilmente difficile farne a meno. Ne senti il bisogno in ogni momento, anche solo per sentirne la presenza. Dopo ogni discussione quindi, la necessità che avevamo l'uno dell'altro era troppo forte. Riavvicinamento istantaneo quindi, con la consapevolezza che nulla era cambiato. Inoltre, anche perchè comunque parlavamo spessissimo di noi, c'era una fiducia reciproca incondizionata. Questo fattore, seppur straordinario perchè ci permetteva di amarci vicendevolmente senza alcuna paura (quante altre coppie se lo possono permettere?), forse ha acuito quella sensazione di sicurezza scontata che sfocia nella routine.

Non c'entrava niente il sentimento, era una semplice differenza di carattere: io molto impulsivo e lei più posata. Per questo, avevamo un differente approccio alla vita e dunque anche al nostro rapporto. Se a me piace una cosa, io faccio di tutto per goderne e lo faccio senza risparmiarmi; lei invece riesce a mantenere una maggiore lucidità. Un esempio stupido: anche se entrambi adoriamo allo stesso modo le M&M's, lei ne mangia cinque e poi basta mentre io finisco il pacchetto sistematicamente. Lo stesso valeva per lo stare insieme, io a Natale ero disposto a farmi giornalmente 200 km in macchina da solo di notte per riuscire a vederla tre ore a sera, mentre lei veniva da me saltuariamente in treno. E’ stato sempre così. Non c'entra niente il sentimento, tra noi uno era troppo razionale e l'altro troppo poco. Ci compensavamo.
Nell'ultimo periodo è successo che progressivamente l'avere momenti solo per noi era diventato sempre più difficile, ma per motivi esterni e contingenti. Le tensioni tra noi nascevano dal fatto che, mentre io spingevo di più per riconquistarci a forza il nostro spazio, lei era più accomodante verso la situazione, dato che entrambi sapevamo fosse transitoria. L'amore non è mai stato messo in dubbio. Le cose però erano peggiorate ulteriormente quando abbiamo perso l'unico posto che ci permetteva di viverci in intimità abbastanza comodamente.

La svolta è avvenuta quando anch'io ho pensato che la cosa migliore fosse aspettare che quel momento passasse, sbagliando. Poi, il terremoto che ci ha fatto crollare. Ma è per quello che tutto si è sgretolato. Non abbiamo trascinato un rapporto, abbiamo trascinato una situazione. La differenza è abissale.

Pensare invece che noi fossimo già morti e che ci saremmo lasciati comunque, che questi due mesi siano stati un qualcosa di fisiologico è puro revisionismo. Neanche nel peggior regime totalitario si fa revisionismo storico su ciò che è successo appena 15 giorni prima. Inoltre, ogni volta che io nei nostri discorsi provavo ad insinuare una cosa del genere lei reagiva sempre fermamente e con stizza. "Sei ingiusto", mi diceva.

Se davvero il nostro periodo ponte fosse stato fisiologico per allontanarsi l'uno dall'altra, ci sarebbe stato un distacco progressivo. Sono stato io, invece, a interrompere tutto bruscamente. Credo inoltre che la vera reazione fisiologica a quello che le ho fatto sia l’eliminazione immediata, netta e totale. Io, e di questo ringrazio le mail e tutti gli altri mezzi di comunicazione asincrona, ho la scatola nera di tutta la nostra situazione. Posso esaminarla, giorno dopo giorno. Era costante: condivisione giornaliera delle nostre vite, con qualche concessione. E futuro aperto, tutto era potenziale.

Mi ha detto che nelle ultime due settimane è riuscita a visualizzare davvero ciò che le ho fatto, ed è per questo che ora mi respinge. Ancora una volta, la posso smentire: è da tempo che ha fatto questo passo. Ne abbiamo anche parlato, ed io le ho detto che razionalmente questo poteva bastare a farle decidere di non vedermi mai più; però, con altrettanta razionalità, avrebbe potuto riflettere sul perché, nonostante tutto, avesse voglia di sentirmi ancora senza rifiutare il mio amore. Sul perchè non avesse lasciato il suo posto. Mi ha risposto che ciò che le chiedevo era davvero difficile, ma questo lo so benissimo. Credo però che questi due mesi siano una cosa troppo eclatante per essere liquidata così.

Se lei poco prima della sua laurea insisteva per mandarmi un sms per informarmi del voto, allora mi domando come la settimana successiva abbia potuto cambiare così radicalmente. Se il 3 Aprile mi ha mandato una mail chiedendomi che avessi fatto la sera prima, mi chiedo perchè il 15 Aprile una cosa del genere sia diventata intollerabile.

Allora mi chiedo: ma se accanto a lei in questo periodo ci fosse stato qualcuno interessato solamente a farla stare meglio, senza nessun’altra bramosia? Se avessimo potuto davvero istituzionalizzare appuntamenti fissi per poi capire progressivamente, liberi dalle ombre di un’altra presenza intrinsecamente ingombrante? Quanta forza le dà questa nuova situazione che sta vivendo? Tantissima, mi ha risposto. E allora quando ragionava lucidamente, ora o prima?

Ciò che sta succedendo loro può essere sintetizzato brevemente: dopo ciò che le ho fatto, lei ha cercato quella persona perchè si scambiavano confidenze da tempo e non si frequentavano così spesso; passare del tempo con chi non era abituata a vedere, la faceva stare meglio in quanto la isolava dal contesto in cui io e lei vivevamo. Ad un certo punto, lui le detto di non parlare più di me, perchè non avrebbe potuto aiutarla: provava qualcosa per lei. Ormai si era instaurato un rapporto di fiducia e si trovavano bene a passare del tempo insieme, non c'era motivo che quel sentimento cambiasse le cose tra loro. Alla fine, progressivamente, dal parlare di me e lei hanno iniziato a parlare di loro.

Banale. Così banale, da essere balzato agli occhi di tutti fin da subito. Ma che sia banale questo lo sa anche lei.

La loro non è una cosa che viene da lontano, e lo penso sia perché lei me lo ha sempre detto e sia perché, se così non fosse, questa situazione si sarebbe presentata prima. Negli ultimi mesi insieme abbiamo avuto momenti di tensione, occasioni ce ne sono state.
Quando due persone si lasciano, in un primo momento si tende a cercare fuori le cose che mancavano in un rapporto. A lei sono venute meno fiducia e tranquillità, ed è proprio da quelle che si ora sente attratta. Trovo la cosa più che normale, se non fosse che in nome di questo suo momento di tranquillità incidentale lei stia facendo revisionismo su ciò che siamo stati. E’ questo che non posso accettare. La sua è una scelta forse più di mente che di cuore: sta buttando fuori la zavorra per prendere di nuovo il largo, ma così in fretta che non si sta neanche chiedendo cosa stia gettando fuori bordo.

E' a causa della ferita che le ho inferto che sta succedendo tutto questo. E' il sangue che n'è fuoriuscito che li ha avvicinati, e che più si rapprende e più li tiene uniti. Se ci sono stati sviluppi importanti nell’ultimo periodo, è forse perchè è venuta a mancare la mia presenza anticoagulante. Magari è proprio per questo che non possiamo vederci se non “tutti insieme”, per non intaccare l’equilibrio che sta cercando di trovare con un’altra persona.

In queste due settimane accanto a un’altro non si è mai sentita in un posto non suo? E’ ovvio che sia così, è proprio questo il motivo per cui uno dei modi più classici per dimenticare un amore è farlo attraverso un’altra persona. Si instaura un rapporto particolare, questo non lo metto in dubbio, ma all’inizio il grosso di ciò che si crede di provare migra semplicemente da una parte all’altra. Solo in un secondo momento, quando la spinta proveniente dalla fine di una relazione si esaurisce, si comprende davvero cosa quella nuova persona rappresenti.

Pensa che chi la sta ora al fianco sia stato mandato dal destino? Benissimo. Allora valuterà allo stesso modo il fatto che, dopo il suo rifiuto categorico di frequentarmi, noi ci siamo incontrati casualmente. Facciamo la stessa strada per andare al lavoro, io in tram e lei a piedi. Ho passato gli ultimi due mesi in piedi a scrutare fuori dal finestrino ogni mattina, come un cecchino di un romanzo di Tom Clancy, per cercare di scorgerla camminare sul marciapiede e fare insieme a lei un pezzo di strada. Non è mai successo. Poi, proprio il giorno successivo alla telefonata in cui mi ha detto che era impossibile frequentarsi, all’improvviso l’ho vista. Per due giorni di fila, senza farlo apposta. Il terzo invece l’ho aspettata per strada, ma era Venerdì 17 ed io sono notoriamente scaramantico…
Valuterà allo stesso modo anche il fatto che, per un motivo stupido, lei abbia ripreso in mano proprio ora un libro che le avevo dato da leggere, che aveva lasciato incompleto e che era rimasto a casa sua. Io sono immensamente legato a quel volume, attraverso cui sono uscito da una crisi interiore profonda e che mi ricorda un mio momento di crescita umana importante. Era l’unica cosa che stavo valutando di chiederle indietro, perché tra quelle pagine è rimasta impressa una parte di me, confusa tra macchie di caffè, di cenere, margini mangiucchiati e lacrime.

Sono segni stupidi? Probabilmente. Dipende se si crede o no nel destino…

Sta andando troppo di fretta per farmi pensare di essere lucida e troppo poco per convincermi che dietro ci sia qualcosa di davvero importante, questo è il punto.
Metadone, di questo si tratta: date a un tossico in crisi di astinenza una dose di metadone, e vi prometterà che non si farà mai più di eroina in vita sua. Allo stesso modo, lei che trae sollievo da questa nuova situazione si sta convincendo che noi eravamo destinati a lasciarci e che l’ultimo periodo ponte sia stato un momento fisiologico. Noi non eravamo destinati a lasciarci; avevamo delle potenzialità incredibili, e questo lo ha detto lei poco tempo fa. Forse il nostro periodo ponte è proprio un riflesso di tali potenzialità. Il nostro non era un amore che si basava su elementi superficiali, nessuno dei due era in grado di spiegare perché fosse innamorato dell’altro. Questa era una cosa che mi piaceva tantissimo, io che voglio sempre definire tutto ero costretto ad arrendermi di fronte al nostro sentimento. Amore per l’essenza dell’altro, senza appoggiarsi alla mera affinità. Eroina purissima.

Io sono pronto a lasciarla andare via, questo sia chiaro. E' un colpo che ovviamente mi sono preparato da tempo a incassare. Non posso però accettare che accada così, accantonando tutto in maniera frettolosa per scegliere la via più semplice. La mia priorità non è tornare insieme; se così fosse, mi sarei comportato in modo diverso, appropriandomi di spazi e cercando di sfruttare le piccole aperture che mi erano concesse. Avrei forse compiuto gesti eclatanti, cercando di battere il ferro finchè era caldo. Se non l’ho fatto, è appunto perché il mio unico scopo è capire davvero che cosa sia rimasto dopo il terremoto. Avevamo intrapreso un cammino per scoprirlo, che non abbiamo potuto terminare con tranquillità per fattori che esulano da noi. Io mi sono allontanato, e lei ha imboccato una scorciatoia. Tante cose però sono ancora da chiarire e analizzare. Questo penso possa fare bene anche al nuovo rapporto che per lei sta nascendo, ponendovi basi davvero solide.

Ciò che le chiedo è di controllare la nostra eroina; se è stata tagliata così tanto da essere diventata veleno, sarò il primo ad augurarle buona fortuna per la sua nuova avventura. Se però così non fosse, allora tutto ciò che è successo sarà come un viaggio che ognuno ha fatto in solitaria, facendo bagaglio di tutti i posti in cui è stato. E solo il ritorno dà senso a un viaggio.

Non ho un’idea precisa sul da farsi: procedo con disordine. Il disordine dà qualche speranza. L'ordine nessuna. Niente è più ordinato del vuoto. Di sicuro non posso aggiungere al rimpianto di aver rovinato tutto, quello di non aver neanche voluto capire ciò che è rimasto. Credo all’impossibile e rifiuto l’improbabile, questa è l’unica mia certezza. E’ improbabile che ciò che ora pensa sia davvero frutto di un’analisi interiore priva di condizionamenti, per il semplice fatto che le conclusioni cui è giunta contraddicono per molti versi ciò che poco tempo fa era sicura di pensare. E’ impossibile che lei, per come stanno ora le cose, ci dia davvero l’opportunità di capire.

Cercherò comunque in tutti i modi di insinuare il dubbio, di farle capire che c’è ancora qualcosa che vale la pena comprendere. Non so se avrò successo. Sento però che la congiuntura è favorevole, ho avuto anche qualche colpo di fortuna. Inoltre, il 2009 è l'anno del mio segno zodiacale: vedremo se riuscirò a prendere il toro per le corna, e a riportare i pesci nell'acquario.

So benissimo di essere la scelta sbagliata, ma per lei la rappresentavo già anni fa. Alla fine non è passato giorno in cui non mi abbia dato ragione. Ora è diverso, ma forse proprio il non riuscire a trovare ragioni razionali a tutto questo rappresenta la più valida delle risposte.

"Non ci sono ragioni, chi ha bisogno di ragioni quando ha l'eroina?"


17 apr 2009

Ciò che sembra poi non è

Anche oggi, solo una canzoncina.

Mi appoggio ai nuovi Litfiba (Ghigo e Cabo), che mi hanno accompagnato durante tutto questo viaggio: prima il mio spazio da rivendicare nella stanza dell'oro e della seta, poi tantissimi giorni di vento ed ora la speranza di insinuare il dubbio con Mister Hyde. Tre canzoni, tre differenti momenti.

Se volete ascoltarla, la trovate qui.

MISTER HYDE

Io spiazzerò la tua fermezza
e la fretta di capire
l'apparenza è un paravento
dove posso bisbigliare
in realtà, la verità è strana...
Tra la gente mi nascondo,
nella folla mi disperdo
gioco a fare il trasparente
per sorprendere chi voglio
in realtà, la verità è strana...
E allora, e allora,
il tuo fiuto fallirà
i tuoi modelli cadono,
nessun vestito che mi sta...
E allora, e allora,
il tuo fiuto fallirà
se l'apparenza è un paravento,
ciò che nembra poi non è.
Non è, non è, non è...
Puoi chiamarlo Mr. Hyde,
il lato strano, l'altro me...
E l'incognita rimane,
l'equazione che non torna
labirinti di domande,
circondati dal silenzio
in realtà, la verità
è strana...
E nei gesti e le parole,
intravedi la doppiezza
hai ragione c'è di più,
ciò che sembra poi non è
in realtà, la verità
è strana...
E allora, e allora,
il bersaglio non c'è più
la tua visione si altera
da ciò che sembra e poi non è
non è, non è, non è...
Puoi chiamarlo Mr. Hyde,
il lato strano, l'altro me.
Puoi chiamarlo Mr. Hyde
Puoi chiamarlo Mr. Hyde


16 apr 2009

Acciaio giapponese

"Ho fatto ciò che 28 anni fa, davanti a Dio, avevo giurato di non fare più. Ho creato "qualcosa che uccide le persone". E in questo ho avuto successo. L'ho fatto perché, filosoficamente, sono favorevole al tuo scopo. Senza presunzione, questa è la mia spada migliore. Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai."

E' di questo che ho bisogno, acciaio giapponese.

Non devo uccidere nessuno, solo cercare di trapassare un muro. Non Dio, un semplice muro.
I mattoni sono male allineati, e lo so perchè ce li ho messi io. Il cemento che li unisce viene dall'esterno, ma è passato troppo poco tempo perchè sia asciutto; inoltre, tutto lascia pensare che abbia qualche problema nella mescola. Non mi interessa neanche abbatterlo, solo farci un buco. Aprire un pertugio, per permettere a chi è alle spalle del muro di valutare davvero le impressioni di Settembre. Ma è comunque più difficile di quanto si pensi.

Sono totalmente concentrato su un post decisivo, un attento lavoro filologico che farà emergere le storture insite agli ultimi sviluppi di tutto questo. Circostanziato, comprovato, realista. E soprattutto, onesto. Mi ci vuole ancora un po' di tempo, perchè voglio che sia perfetto. E fidatevi, lo sarà.

A questo mi serve l'acciaio giapponese: se è vero che una penna può risultare più efficace di una spada, che succede se per scrivere si usa la spada migliore del mondo?

12 apr 2009

Voglia di ferie, per non pensar cose più serie

Sento che ho bisogno di una vacanza...

LA DONNA IDEALE

Il sogno di un uomo
è una puttana con un dente d'oro
e il reggicalze,
profumata
con ciglia finte
rimmel
orecchini
mutandine rosa
l'alito che sa di salame
tacchi alti
calze con una piccolissima smagliatura
sul polpaccio sinistro,
un po' grassa,
un po' sbronza,
un po' sciocca e un po' matta
che non racconta barzellette sconce
e ha tre verruche sulla schiena
e finge di apprezzare la musica sinfonica
e che si ferma una settimana
solo una settimana
e lava i piatti e fa da mangiare
e scopa e fa i pompini
e lava il pavimento della cucina
e non mostra le foto dei suoi figli
né parla del marito o ex-marito
di dove è andata a scuola o dov'è nata
o perché l'ultima volta è finita in prigione
o di chi è innamorata,
si ferma solo una settimana
solo una settimana
e fa quello che deve fare
poi se ne va e non torna più indietro
a prendere l'orecchino che ha dimenticato sul comò.

Charles Bukowski



8 apr 2009

Now and Then

Da sempre sono un fan incallito delle televendite, di cui vado appositamente alla ricerca facendo zapping sulle tv regionali. Fosse per me lo Chef Tony meriterebbe una stella sulla Hollywood Walk of Fame, anche solo per la sua abilità nell'affettare ananas al volo. Leggendaria anche la signora che si rivolge alle potenziali clienti con un "Ciao amica", presentando l'ultimo modello di macchina da cucire: la Superautomatica Aurora D'Agostino. Quanti pomeriggi trascorsi a osservarla estasiato, mentre cuciva lattine di alluminio su 4 paia di jeans messi uno sull'altro... "Ciao amica": una battuta che per me batte persino il "Francamente me ne infischio" di Casablanca.

Dato il mio debole per le televendite dunque, è ovvio che io sia fan anche di tutte quelle che propongono l'effetto "prima e dopo". Le immagini mostrano sempre una sequela di ciccioni che, assumendo pillole, beveroni o quant'altro si ritrovano senza alcuno sforzo magri o palestrati, a seconda del prodotto che di volta in volta viene reclamizzato.

Bene, stasera è proprio qualcosa del genere che voglio mostrarvi.

Guardate qua, questo è Mike Tyson dopo e prima:


Questo invece è Arnold Schwarzenegger, prima e dopo:


E infine questo, last but not least, sono io:


Non per vantarmi (anzi, in realtà proprio per questo...), ma da inizio Febbraio sono a -9 kili: da 85 a 76. Ho fatto una dieta dissociata, nel senso pregnante del termine: mi sono dissociato.

Dunque, guardando le immagini di cui sopra, si può tranquillamente affermare che io nell'ultimo periodo abbia fatto meglio di Tyson e Schwarzenegger messi insieme... (Per la serie: tenere il sillogismo fuori dalla portata dei deficienti).

Ora vado a letto, ma prima una comunicazione di servizio: stasera ho iniziato a sporcarmi le mani scrivendo il post che chiuderà il ciclo della resa (a meno naturalmente di altri colpi di scena in tutta questa vicenda... Ed io che pensavo che, dopo aver scoperto che Darth Fener era il padre di Luke Skywalker, nient'altro mi avrebbe stupito nella vita...). Spero di finirlo presto, perchè ho davvero bisogno di leggerlo, ma soprattutto di rileggerlo quando sarà il momento. Presto tutto si compirà, e ci sarà da impazzire sul serio. Quel post farà per la mia nave da albero maestro, cui mi legherò per evitare di dare di matto quando le sirene canteranno. Sperando di giungere presto in acque più tranquille.

La despedida

Oggi solo una canzoncina. Se volete ascoltarla, la trovate qui.

Ya estoy curado, anestesiado
ya me he olvidado de ti
Hoy me despido
de tú ausencia
ya estoy en paz...

Ya no te espero
ya no te llamo
ya no me engano
Hoy te he borrado
de mi paciencia
Hoy fui capaz...

Desde aquel día
en que te fuiste
yo no sabía
que hacer de ti
Ya están domados
mis sentimientos
mejor así...

Hoy me he burlado
de la tristeza
Hoy me he librado
de tu recuerdo
Ya no te extrano
ya me he arrancado
ya estoy en paz...
Ya estoy curado, anestesiado
ya me he olvidado
Ya estoy curado, anestesiado
ya me he olvidado


Te espero siempre mi amor
cada hora, cada día
Te espero siempre mi amor
cada minuto que yo viva

Te espero siempre mi amor
Sé que un día llegarás
Te espero siempre mi amor
( cada hora, cada día )
Te espero siempre mi amor
( cada minuto que yo viva )
Te espero siempre mi amor
(no me olvido y te quiero )
Te espero siempre mi amor
( Sé que un día llegarás )

Te espero siempre mi amor
( Sé que un día volverás )


Questa è esattamente la mia situazione. Lo so, l'ultima strofa è preoccupante... Datemi il tempo però, non sono mica Mandrake...

6 apr 2009

Rispondo a quello che mi chiedi: sono ancora in piedi

Bene così: ancor prima di iniziare a scrivere, ho messo l'etichetta cazzeggio..
Dopo la prima frase che ho scritto, noto inoltre con piacere che sono tornati i puntini di sospensione.. Fino a pochissimo tempo fa erano solo punti fermi, avete notato? Avevo anche iniziato ad usare i punti esclamativi, che in realtà odio. Se non inseriti in un dialogo, servono solo a rimarcare il vuoto... Quante mail piene di punti esclamativi ho scritto negli ultimi 2 mesi...
"Ciao!"
"Va bene!"
"Buona serata!"
Rimarcare il vuoto. Quello che ho lasciato io. Non è servito, e allora sono scomparso davvero.

Ma ora basta, ho smesso da un po'... Stasera poi non mi va neanche di parlare di questo.

Il mio racconto pulp, molto pulp, pure troppo, attende da tempo di essere completato. Inoltre, devo finire il discorso iniziato col mio dialogo socratico. Scrivendo quel post è come se attraverso una pompa di sentina avessi aspirato via gran parte del nero che c'era in me. Un lavoro pulito, nello stile e (perchè no?) nei contenuti. Mi manca lo sporcarmi le mani. Tirare fuori tutto ciò che di quest'esperianza resta agli angoli del mio io, usando una spugna e strofinando bene.
Inoltre, ho avuto delle belle idee. Alcune le potrei usare per fare da cornice al lavoro sporco di cui sopra, altre determineranno la virata che per forza di cose questo blog subirà. Perchè questo è uno spazio personale, non uno showroom del male di vivere. Sento che per me sta finendo una fase, dunque lo noterete anche qui.

Noto comunque con piacere che in un mese il blog ha già sforato le mille pagine visualizzate... Io la interpreto così: mi sono lamentato, sguazzando per lunghi tratti nella mia tragedia (ma quanto basta, grazie a dio sono un acquario e non una vergine). Se però avete continuato a leggermi, vuol dire che l'ho fatto con stile...

That's it. Carne al fuoco ce n'è, ve l'ho detto. Se sto meglio? No. Malconcio, ma ancora in piedi. Questo mi basta.

5 apr 2009

Dialogo antitetico in un post kilometrico

Alla fine, una notte insonne ha portato consiglio.

Dopo un lungo dibattito tra la mia parte intollerante e quella più razionale, sono giunto a delle conclusioni che mi piacerebbe fissare da qualche parte. Lo farò qui, attraverso una sorta di dialogo socratico tra me e un personaggio che stimo, ritenendolo abbastanza razionale, realista e risoluto da interpretare la parte più pragmatica di me. Non ho dovuto pensare molto per scegliere la figura con cui ipoteticamente confrontarmi, ritengo che Camillo Benso conte di Cavour risponda perfettamente all'identikit di cui sopra. Certo, sembrerà un po' strana come scelta (sia in termini di forma che di sostanza) ma la credo un buon metodo per fare il punto della mia situazione divertendomi un po'...

Dunque, ecco ciò che frulla ora nella mia testa. Sarà surreale, forse traboccante di nonsense fino a risultare stucchevole. Ma sincero.

FINZIONE A COLAZIONE

L'appuntamento era per le 11:00 di un sabato mattina in un caffè del centro di Milano. Mi presentai puntuale, scorgendo da lontano la figura del conte. Indossava un abito scuro dal taglio antiquato, che gli dava un'aria un po' retrò. Appena lo vidi pensai a come certi canoni del vestire non fossero cambiati più di tanto in oltre un secolo, un vero paradosso pensando invece ai mutamenti che a valle aveva subito la società. Lo salutai con una certa deferenza ed entrammo nel locale.
Fummo accomodati al piano superiore: tavolinetti in marmo bianco e arredi liberty. Il conte ordinò un the al limone, io il solito cappuccino. L'atmosfera era alquanto imbarazzata, non riuscendo io a superare il timore reverenziale che si prova ad essere di fronte a un personaggio di tale levatura.

Ci pensò Cavour a rompere gli indugi:

Conte: "Vieni spesso qui?"

LilloArzillo: "Qualche volta a pranzo... Ho preferito per il nostro incontro scegliere un posto che in qualche modo non stravolgesse il contesto a cui lei è abituato.."

C: "Mi sottovaluti... In realtà seguo con passione la vostra attualità, sono sempre stato un onnivoro della conoscenza. Ad esempio, hai ascoltato l'ultimo singolo degli U2?"

L: "Veramente no..."

C: "Vedi? Risulto più attuale di te! Ahahah!"

L: "Beh diciamo che ultimamente ho vissuto un po' fuori dal mondo.."

C: "Male. Comunque, veniamo al motivo per cui ora siamo qui: raccontami."

L: "Allora signor conte...."

C: "Ti interrompo subito. Facciamo immediatamente a meno di questa cortina di formalità. Prova a darmi del tu, per favore. E chiamami Chico."

L: "Chico?!"

C: "Si... Ha cominciato a chiamarmi così Garibaldi dopo il suo ritorno dall'Argentina. Poi, come avviene per molti soprannomi estemporanei, mi è rimasto cucito addosso..."

L: "Va bene Chico. Penso tu sappia già che cosa è successo..."

C: "A grandi linee, ma non siamo qui per parlare di quello, nè per dare giudizi. Sono sicuro che l'avrai già fatto da solo. Ciò che mi interessa è capire che cosa sta succedendo a te."

L: "Esattamente, mi sono già giudicato da solo. E' proprio da lì che bisogna partire. In generale, sono sempre stato abbastanza indulgente con me stesso, lo riconosco. Questa cosa però non sono proprio riuscita a farmela accettare. Sono stato intransigente, intransigente verso di me. Ho rifiutato qualsiasi aiuto, e solo io so quanto ne avessi bisogno, perchè pensavo di non meritarmelo."

C: "Un modo abbastanza stupido per vivere il proprio senso di colpa, non trovi?"

L: "Forse si, ma non è una cosa che mi sono autoimposto. Sapevo di aver fatto qualcosa di veramente grave, e ne sono rimasto prigioniero. Probabilmente mi è mancata la lucidità per andare oltre, mi sono anch'io lasciato impressionare troppo dall'atto in sè. Poi mi è arrivata la prima botta."

C: "Di che parli?"

L: "Ho parlato con una qualcuno, che mi ha detto esattamente le stesse cose che io in quel momento pensavo di me. In questo modo ho ricevuto come un avvallo alla mia situazione. Credevo che, di fronte alla mia colpa, l'atteggiamento naturale nei miei confronti fosse quello di questa persona. Che chi si avvicinava a me lo facesse per una sorta di pietas, e non perchè io meritassi veramente il perdono."

C: "Ti facevo davvero meno stupido. Non capisco il perchè tu abbia dato tanto peso al giudizio degli altri. Cosa ti aspettavi, una pacca sulla spalla e tutto come prima? Allo stesso modo, non capisco quale atteggiamento così terribile abbia tenuto verso di te questa persona."

L: "Non sono stupido. Ero fragile. Non mi sono mai curato troppo del giudizio degli altri, ma con le persone che mi conoscono da sempre uso un metro diverso. Perchè anche se può accadere che un rapporto si raffreddi nel corso degli anni, la conoscenza reciproca resta. E un atteggiamento di indifferenza oltranzista pesa. Quando poi ho stabilito io con la forza un primo contatto, sentire certe cose da quella persona che nella mia vita è (pur con i fisiologici alti e bassi) importante mi ha lasciato spiazzato. Anche perchè non riguardavano esclusivamente ciò che avevo fatto, ma era un giudizio tout-court su di me e su come stavo "gestendo" tutta quella situazione. Un giudizio totalmente negativo. Come ti ho detto, ero fragile. E questo mi ha spezzato le gambe."

C: "Capisco il tuo punto di vista, ma non condivido in toto quello che dici. Ogni persona reagisce alle cose in modo differente. Non puoi applicare un metro universale per trarre conclusioni sulla gente, nè puoi comparare gli atteggiamenti di persone diverse. E poi, a quanto mi hai detto, quella dell'isolamento è stata una tua scelta. Magari c'era solo la volontà di rispettarla, oppure proprio la tua scelta potrebbe aver causato un ulteriore motivo di astio nei tuoi confronti."

L: "Ma questo lo so benissimo. Il mio isolamento, se dapprima è stata una reazione di rigetto verso tutto e tutti, era diventato per me un modo di non impormi alla gente. Un dare la possibilità a chi se la fosse sentita di avvicinarsi a me nei modi e nei tempi che avesse ritenuto più opportuni. Questo perchè io mi sentivo nella condizione di non poter chiedere niente. Quindi ero preparato all'indifferenza di taluni, per motivazioni ovviamente legate a ciò che avevo fatto. Non mi aspettavo però una reazione del genere da quella persona, tutto qui. Però, anche se mi faceva soffrire, cercavo di capirla adducendo appunto le motivazioni che hai appena detto. Poi abbiamo parlato, ed ho cominciato a stare peggio. Quelle parole mi hanno avviluppato ancora di più alla mia autodilatazione della colpa. Avevo perso interesse per qualsiasi cosa, arrivando a non stimarmi più come persona. Sono stato davvero male. Poi le cose sono diametralmente cambiate."

C: "Cos'è, fai il misterioso? Cambiate in che senso?"

L: "Ho avuto un nuovo scambio con quella persona, in cui mi ha rivelato di provare in segreto e da tempo un sentimento nei confronti della vittima di tutto questo. Questo mi ha cambiato totalmente la prospettiva, in quanto ho contestualizzato in quest'ottica tutto ciò che mi era stato detto. Astio, rabbia, indifferenza; tutte in gran parte causate dal fatto che io avessi fatto soffrire la persona che amava. Non era stato quindi espresso un giudizio avveduto su di me, ma considerazioni figlie della rabbia che si prova quando viene ferito chi si ama. Tale consapevolezza ha sciolto il giogo che mi teneva legato all'autodilatazione della mia colpa. Mi sono sentito libero, e sono stato da subito meglio. La prima cosa che ho fatto è stata cercare l'aiuto di cui avevo bisogno, trovandone più di quanto me ne aspettassi. Mi sono fatto abbracciare dai miei affetti, traendone un enorme beneficio. Stavo meglio, non c'è che dire."

C: "Riconosco che la situazione che mi hai descritto è, per usare un eufemismo, abbastanza complessa. Se posso darti un primo consiglio, non colpevolizzare quella persona. Se davvero hai sperimentato l'amore sulla tua pelle, saprai benissimo quanto sia un sentimento difficile da controllare. Per come stanno le cose, non potevi aspettarti altro. Credo che quella persona, se è davvero così vicina a te, si sia ritrovata a vivere un sentimento che reputava sbagliato. A fare buon viso a cattivo gioco con sè stesso. Poi ovviamente, una volta saputo ciò che hai fatto, avrà provato una rabbia incontenibile verso di te, penso per due motivi: da una parte, il vedere sprecati tutti gli sforzi fatti per mantenere il suo sentimento nascosto e quindi la tua relazione salda; dall'altra, per il fatto che tu abbia fatto soffrire l'oggetto stesso del suo amore. Capisco anche il motivo del tuo astio nei suoi confronti, dato che comunque ti ha causato grande sofferenza, per motivi che in fin dei conti esulano dal vostro rapporto di amicizia. Ricorda però che, se non c'è stata sincerità da parte sua nei tuoi confronti tuoi e generali, devi sempre considerare che l'amore per definizione altera la lucidità di una persona. Per una cosa del genere non esistono ragione e torto, sappilo. Non poteva che andare così e, scusa se te lo dico, a scoperchiare questo vaso di Pandora sei stato tu."

L: "Lo so, come so anche che, dopo ciò che è successo, non ha cercato lui il primo avvicinamento alla vittima di tutto questo. E comunque reputo ciò che è successo totalmente passato, abbiamo avuto un confronto in cui entrambi siamo rimasti arroccati sulle nostre posizioni. Forse io sono stato più circostanziato sul fatto in sè, mentre lui ha attaccato più in generale la persona che sono e il mio modo di pormi nei rapporti interpersonali. Comunque, ho contestualizzato il suo discorso cercando di capire anche la sua situazione."

C: "Ma allora, se hai già superato tutto questo e stai meglio, mi vuoi dire per quale motivo ci troviamo qui a parlare?"

L: "Sta andando via Chico. Colei che era la mia donna sta andando via, via a piè sospinto verso di lui. Anzi, forse è già arrivata."

C: "Ahahahaha!! E' per questo che mi sei venuto a cercare? Banale gelosia? Sei deludente, mio caro..."

L: "Non è banale gelosia Chico. E' ancora troppo presto, anche se conscio della mia colpa non ho ancora smesso di sentirla mia. Di pensare al neo che ha sulla guancia, il mio neo, come alla trasfigurazione di ciò che lei è per me: qualcosa che è sotto gli occhi di tutti, ma che solo io posso vedere per quello che davvero rappresenta, facendomi riempire d'amore e di vita al solo contemplarla. Bene, data la situazione, io posso aspettarmi che quel neo cambi padrone per una sera, o comunque in una situazione estemporanea. Non posso però ancora accettare, semplicemente perchè non ci riesco, l'idea di cederlo per sempre. E fidati, è quello che sta succedendo. Ieri ne ho avuto un segnale inequivocabile. Sono passati due mesi da quando tutto è iniziato, e due settimane da quando mi ha detto che a parte tutto mi considera ancora l'uomo della sua vita. E' più forte di me, non ci riesco... Anche perchè una cosa del genere mi farebbe vedere tutto ciò che è successo precedentemente con occhi diversi, alla luce di un cambiamento repentino che forse così non è, ma viene da molto più lontano... Non sarei davvero preparato.. Perchè pochi mesi fa io l'ho messa di fronte a tutti i problemi che avevamo in modo manifesto, con una mia assenza pesante. E forse proprio in quel periodo sono state gettate le basi per il suo attuale approdo ad altri lidi. Ti rendi conto?"

C: "Aspetta un attimo Lillo, mettiamo in chiaro delle cose. Se lei sta andando da un'altra parte, scusa se te lo dico, è perchè tu le hai messo in mano un biglietto di sola andata. E potrai farti tutte le domande che vuoi su ciò che è successo prima, ma ormai non puoi prescindere da quello che hai fatto. Quello ormai è l'unico motivo, mi dispiace. Prima accetterai questa cosa, meglio sarà per te; se fai altrimenti, rischierai di impazzire nelle tue manie. Ti dico un'altra cosa: mi hai detto che avevate dei problemi seri, che ti hanno portato a un gesto eclatante nei suoi confronti. Ti ricordi vero il modo in cui reagisci quando in un film la trama comprende un tradimento? Non riesci a reggere la scena, perchè per te è un atto violento. E come tutti gli atti violenti, ti impressiona. Il fatto che tu ti sia reso comunque protagonista di un atto del genere non ti fa riflettere?"

L: "Si, mi fa riflettere. Infatti penso che ciò che è avvenuto, nel come e nel chi, derivi proprio da ciò che hai detto... Che si siano creati tutti i presupposti affichè avvenisse proprio con quella persona, che per forza di cose da molto tempo si trovava a vivere con me tutti i momenti in cui chi avrebbe dovuto esserci mancava. E' stato un crescendo lento e progressivo, che ha poi portato alla rottura totale. Poi è ovvio: un conto è creare dei presupposti per una cosa, un conto è quella cosa farla. La responsabilità è ovviamente tutta mia. Non cerco giustificazioni, sia chiaro. Solo spiegazioni. Ma tu che ne sai delle mie reazioni da effeminato quando vedo i film?"

C: "Me lo ha detto Mazzini..."

L: "Che stronzo! Quel bastardo mi sputtana perchè io per sfotterlo lo chiamo bombarolo fallito..."

C: "Ahahah! Hai ragione... Come ho sempre detto, nel nostro contesto nazionale un'organizzazione come la Giovine Italia mazziniana non poteva avere presa. Perciò, ad eccezione di alcuni giovani inesperti ed ingenui, si può affermare che si annoverino nel Risorgimento italiano solo un piccolissimo numero di persone seriamente disposte a mettere in pratica i principi esaltati di una setta inasprita dalla sventura..."

L: "Già... Gran parte della meglio gioventù italiana degli anni '60 ha finito per scontrarsi con questa verità..."

C: "E' proprio così... A proposito, sei più andato in moto a portare alla Spiotta i fiori per Mara?"

L: "No, la moto l'ho distrutta prima e non ho fatto in tempo... Ma tu come sai che avevo intenzione di farlo?"

C: "Me lo ha detto lei.."

L: "Tu parli con Mara?"

C: "Cosa ci trovi di strano? Se una persona commette un errore nella sua vita, pur grande che sia, ma si pente e si ricrede dimostrandosi comunque intelligente, perchè non dovrei? Capito quello che voglio dirti?"

L: "Ho capito benissimo. Ma raccontami, che persona è Mara?"

C: "Molto acuta, testarda ma abbastanza umile da riconoscere se ha torto. E' una donna forte, credo di aver capito il motivo per cui sei attratto dalla sua figura: è risoluta e intelligente, valorizza il suo uomo e lo protegge andando addirittura a salvarlo armi in pugno... Ahahah! Sei così romantico e melenso che mi viene quasi voglia di aggiungere un'altra fetta di limone al mio the... Ahahahah!"

L: "Mmm.. Ma di me e della mia idea cosa dice?"

C: "Ride, ma lo fa nel modo in cui ti piace che le donne ridano di te... Comunque non è di lei che siamo qui a parlare, giusto? Te lo ripeto, impara ad accettare il distacco. Perchè davvero non puoi fare altro."

L: "Ma lo so, è quello che sto facendo. Cerco di lasciarla in pace il più possibile, di non imporre la mia presenza. Non per gelosia, ma perchè so che il mio ricordo porterebbe con sè anche il ricordo di ciò che ho fatto, e dunque sofferenza... Sai in quanti modi avrei potuto appropriarmi di spazi? Sai quanto mi è costato estraniarmi totalmente dal traguardo importante che ha appena raggiunto? Senza poi avere nessun riscontro, e con la consapevolezza di lasciarla con un'altra presenza al suo fianco... Forse il mio errore è stato alla base, magari mi sono illuso di vedere in lei qualcosa che non c'è... Fino all'ultimissimo periodo e alla mia colpa ero stato ineccepibile, c'era tra di noi una sincerità e una fiducia reciproca totale. Parlavamo spesso dei nostri problemi, sempre i soliti: la sentivo distante, è sempre stato così... Nell'ultimo anno le cose erano incredibilmente peggiorate, tant'è che non avevamo più nessuno spazio e nessun momento per noi... Ne abbiamo parlato, ho lanciato segnali evidenti, ma non è servito. Come diavolo ha fatto, se davvero come dice mi amava così tanto, a rimanere ferma senza muovere ciglio mentre andavamo alla deriva? Mentre mi dibattevo per cercare di riportarci al nostro posto, fino a che ho smesso arrendendomi stremato?"

C: "Ti capisco Lillo, ma non farle una colpa di questo. Vedi, anche le guerre d'indipendenza ci sono costate tantissimi sacrifici. Sono state un processo difficile, lungamente preparato e caratterizzato da sforzi indicibili. Fatta l'Italia però, non siamo riusciti a fare gli italiani... Ma io non mi sento di poter colpevolizzare una sciura Maria se odia i terroni, capisci? Tutto quello che si poteva fare è stato fatto, e si sono raggiunti risultati comunque importanti. Certo, non è andata esattamente come mi aspettavo, ma questo devo essere in grado di accettarlo. L'importante è lasciare, a parte tutto, un buon ricordo. E se ad esempio a Bari il mio nome viene storpiato ogni volta che qualcuno vuole andare a fare shopping, vuol dire che ci sono riuscito. Ecco, sono sicuro che per te varrà la stessa cosa: nonostante un epilogo terribile, ti è sicuramente riconosciuto l'impegno totale con cui ti sei buttato in quel rapporto. Proprio su quello hai costruito un buon ricordo di te. Di te e lei. Quindi, fai bagaglio di tutto questo e vai avanti. E se lei vorrà ricostruirsi una vita adesso e con qualcun altro, prendine atto. Perchè se davvero due settimane fa ti considerava ancora l'uomo della tua vita, figurati come si è sentita quando le hai fatto crollare il mondo addosso. Ovvio che abbia voglia di ripartire velocemente, e non puoi pretendere che lo faccia con te. Anche se magari è quello che vuoi. Mi dispiace, non sei in grado di chiederle una cosa del genere."

L: "Ho capito, ma non è così facile lasciarla andare..."

C: "Lo so che non è facile, ma sei una persona intelligente e certe cose dovresti pensarle da solo, senza il mio aiuto..."

L: "Beh, in un certo senso lo sto facendo..."

C: "Ma se ti ho detto tutto io!"

L: "Appunto.."


Avevo un gran bisogno di buttare tutto fuori, so che mi farà sentire sollevato. Lo so, è lunghissimo da leggere... Ma per me non è importante che voi lo facciate, era solo vitale scriverlo.

Crash

Basta.

Troppe cose, e tutte insieme. Non ce la faccio ad interiorizzarle contemporaneamente, non a questo ritmo almeno... Troppo veloce, dannatamente troppo veloce. Una sequenza di ganci ben assestati, e sono al tappeto. Stavolta però starò giù fino al dieci. L'ultimo cazzotto mi ha fatto sputare sangue, annebbiare la vista e tolto ogni forza.

Troppo male.

Porca puttana.

Crollo.


4 apr 2009

La mia parte intollerante

Di nuovo qui.

Mi sono arrivati dei commenti sull'ultimo post, commenti abbastanza velenosi. Mi si accusa del fatto che tutto quello che scriva sia artefatto. Che io usi questo blog per fare marketing di me stesso. Niente di più falso. Tutto ciò che leggete è vero, o perlomeno è la mia verità nel momento in cui scrivo. Certo, certe volte il senso ultimo delle mie parole è abbastanza oscuro, ma è proprio grazie a questo espediente che qui mi posso permettere di essere totalmente sincero.

Ho quindi risposto per le rime all'anonimo commentatore, non per difendermi ma perchè profondamente seccato. Posso tollerare di essere biasimato, isolato e frainteso. Ho la consapevolezza di quanto i benpensanti desiderino punirmi ad oltranza e senza appello (chi per carattere, chi per miopia e chi forse a scopo di lucro), senza mai gettare per un momento lo sguardo oltre la mia colpa.

Ma non nei miei spazi.

Quindi non accetto che si venga a sindacare sulle motivazioni per le quali io scriva. Che si faccia della dietrologia sulle mie parole. Come allo stesso modo non tollero chi, ospite nella mia casa, mi ignora isolandomi. Esigo che nel mio spazio venga almeno riconosciuta la mia esistenza.

Dopo questo sfogo, vi saluto. Il post che avevo in mente avrebbe dovuto essere più articolato, ma stasera esco e non ho tempo. Non so chi ci sarà, vedremo... Mi verrebbe quasi da fantasticare su qualche gesto a suo modo eclatante, ma non faccio una cosa del genere dal 2005 (e così vi regalo una bella citazione fumettara).

"La vera differenza non è tra chi crede e chi no, ma tra chi pensa e chi no"



1 apr 2009

A volte la follia sembra l'unica via per la felicità


"Scegliete la vita, scegliete un lavoro, scegliete una carriera, scegliete la famiglia, scegliete un maxitelevisore del cazzo, scegliete una lavatrice, macchine, lettori cd e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita, scegliete un mutuo a interessi fissi, scegliete una prima casa, scegliete gli amici, scegliete una moda casual e le valigie in tinta, scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo, scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina, scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi, scegliete un futuro, scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita, ho scelto qualcos'altro, le ragioni? Non ci sono ragioni, chi ha bisogno di ragioni quando ha l'eroina?"



Io non ho l'eroina. Ho altro. Le mie ragioni. E ho tantissima voglia di non svegliarmi più la domenica mattina chiedendomi chi cazzo sono, di smettere di spappolarmi il cervello e lo spirito. Voglio tornare ad essere me, con tutte le mie storture e le mie contraddizioni; ho smesso di essere uno spettatore passivo appiattito sui bisogni altrui.
Non scegliere la vita, quella vita, per sentirmi veramente vivo.

"Sto meglio in un pozzo, che su un piedistallo"