14 nov 2009

Zibaldone

"Sono del parere che ciascuno ha il proprio ruolo nella creazione, ma la creazione della creatività compete a pochi, a quelli che sanno fare partecipazione come diceva anche Gaber, a quelli che ci provano con un cervello nel cesso senza tirare lo sciacquone, a quelli che ci stanno a prescindere dall'essere d'accordo, a quelli che hanno dentro un'idea che a volte diventa qualcosa di irrecuperabile e altre volte si manifesta squarciando con un urlo la piatta monotonia di un foglio bianco. Mi piace la contingenza di un'idea che spinge e che chiede spazio, d'altra parte cosa sarebbe stato il mondo senza un'idea che ci facesse alzare dal letto... soltanto il suono vacuo di una sveglia..."

E' bello constatare che l'iniziativa che stiamo cercando di realizzare (e di cui si parla nel post precedente) sia piaciuta a molti, che hanno manifestato interesse e voglia di essere coinvolti. Ciò che leggete qui sopra è forse il commento più bello che abbiamo ricevuto, scritto dal Professor Jack e che la costituenda redazione incassa con orgoglio.
Leggendolo mi sono tornati in mente dei versi di una canzone di Guccini, un altro antidolorificomagnifico che posto in questo spazio in quanto ormai non serve più. Potete scoltarla QUI (aprite il link tenendo schiacciato il tasto Control, se volete continuare a leggere). La verità è che io "sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare", e l'idea che ho avuto penso sia un modo per mettere in atto questi versi.
Guccini per me è stata una scoperta tarda, ricordo che una sua canzone era contenuta in un album-raccolta che ha modificato per sempre il mio modo di approcciare la musica (ma questa è un altra storia, che prima o poi racconterò). Poi, un pomeriggio di tanti anni fa (più di un lustro, cazzo!), mentre girovagavo per la mia isola felice ho comprato "Stanze di vita quotidiana". Così, d'impulso. Ebbene, quell'album insieme a un libro che stavo leggendo in quel periodo ha causato in me un terremoto, che ha contribuito a rendermi la persona che sono ora. E mi diverte il fatto che, per motivi contingenti, io non disponga più di quei due oggetti: l'album alberga da tempo nella macchina di Doktor Terror (insieme al resto della mia collezione di cd, che lui ormai spaccia per sua); il libro (coi suoi margini mangiati e le macchie di cenere, caffè e calde lacrime) è invece chissà dove, a ricordarmi per sempre che "Vedi cara" è una stronzata (ma questa è un'altra storia ancora). Credo sia giusto così. Forse prima o poi lo ricomprerò, per poi lasciarlo in bella vista sulla libreria. Sperando che un giorno un eventuale cucciolo di Nemico lo legga.

FRANCESCO GUCCINI - QUATTRO STRACCI

E guardo fuori dalla finestra e vedo quel muro solito che tu sai.
Sigaretta o penna nella mia destra, simboli frivoli che non hai amato mai;
quello che ho addosso non ti è mai piaciuto, racconto e dico e ti sembro muto,
fumare e scrivere ti suona strano, meglio le mani di un artigiano
e cancellarmi è tutto quel che fai;
ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare
e rido in faccia a quello che cerchi e che mai avrai!

Non sai che ci vuole scienza, ci vuol costanza, ad invecchiare senza maturità,
ma maturo o meno io ne ho abbastanza della complessa tua semplicità.
Ma poi chi ha detto che tu abbia ragione, coi tuoi "also sprach" di maturazione
o è un' illusione pronta per l'uso da eterna vittima di un sopruso,
abuso d' un mondo chiuso e fatalità;
ognuno vada dove vuole andare, ognuno invecchi come gli pare,
ma non raccontare a me che cos'è la libertà!

La libertà delle tue pozioni, di yoga, di erbe, psiche e di omeopatia,
di manuali contro le frustrazioni, le inibizioni che provavi qui a casa mia,
la noia data da uno non pratico, che non ha il polso di un matematico,
che coi motori non ci sa fare e che non sa neanche guidare,
un tipo perso dietro le nuvole e la poesia,
ma ora scommetto che vorrai provare quel che con me non volevi fare:
fare l' amore, tirare tardi o la fantasia!

La fantasia può portare male se non si conosce bene come domarla,
ma costa poco, val quel che vale, e nessuno ti può più impedire di adoperarla;
io, se Dio vuole, non son tuo padre, non ho nemmeno le palle quadre,
tu hai la fantasia delle idee contorte, vai con la mente e le gambe corte,
poi avrai sempre il momento giusto per sistemarla:
le vie del mondo ti sono aperte, tanto hai le spalle sempre coperte
ed avrai sempre le scuse buone per rifiutarla!

Per rifiutare sei stata un genio, sprecando il tempo a rifiutare me,
ma non c'è un alibi, non c'è un rimedio, se guardo bene no, non c'è un perchè;
nata di marzo, nata balzana, casta che sogna d' esser puttana,
quando sei dentro vuoi esser fuori cercando sempre i passati amori
ed hai annullato tutti fuori che te,
ma io qui ti inchiodo a quei tuoi pensieri, quei quattro stracci in cui hai buttato l'ieri,
persa a cercar per sempre quello che non c'è,
io qui ti inchiodo a quei tuoi pensieri, quei quattro stracci in cui hai buttato l'ieri
persa a cercar per sempre quello che non c'è,
io qui ti inchiodo a quei tuoi pensieri, quei quattro stracci in cui hai buttato l'ieri
persa a cercar per sempre quello che non c'è...





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