9 dic 2009

Oggi ho scoperto che "zorro" vuol dire volpe

Capita che uno si ritrovi nel buio del suo covo, dopo un viaggio di 8 ore in macchina in cui ha avuto tempo per riflettere su ciò che gli succede intorno.
Capita poi che questo tizio abbia voglia di buttar giù le conclusioni cui è arrivato, assecondando la deriva intimista che da qualche tempo ha preso lo spazio online che gestisce.
Vuole avere un po' di tempo per lui, stasera.
Una sola sigaretta nel pacchetto, tanto vale smezzarla con se stesso parlando un po'. Come Caino e Caino.
E allora via, a lanciare sull'home page del social network preferito la prima pietra di quello che sta per scrivere.
Vorrebbe parlare di come abbia dato un senso a un qualcosa, e di come esso sia racchiuso nei versi di una canzone:

Perciò io maledico il modo in cui sono fatto
Il mio modo di morire sano e salvo dove m'attacco
Il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia
Quello che non c'è


E ora che non è più così, comunica che è tornato a sfoggiare le sue ali nere e il suo mantello. Le voleva indietro da tempo, cazzo. 
Ma vorrebbe parlare anche dei soliti amici al solito tavolo, che si ritrovano stavolta in un'atmosfera diversa. Perchè per loro, con uno strano sincronismo, nell'ultimo anno tutto è cambiato. E ora che sono al giro di boa, lanciati a tutta velocità verso i trent'anni, riescono sempre meno a calmare la scimmia che hanno sulla spalla e che li tira dalla collottola. Quell'animale è lì a ricordargli, come in un vecchio pezzo del Martello degli Dei, che tutto ciò che è successo prima che si sedessero a quel tavolo (nel bene e nel male) è solo colpa loro. C'è chi cerca di cambiare ambiente, chi di attutire nel miglior modo possibile una caduta convinto di poter ricostruire su macerie, chi sulle macerie ha sparso sale ed è andato a costruire da un'altra parte, chi per ora è contento così. Tutti però cercano di darsi un senso, e questo si percepisce. E cambia l'atmosfera.
Insomma, è di questo che vorrebbe parlare.
La casella di testo è già aperta, tutto è pronto per una mezzora di sana scrittura intimista. Prima di cominciare però il tizio fa un ultimo passaggio sul social network, e scopre che qualcuno ha commentato la sua frase del vestito nero e del mantello.

- Oggi ho scoperto che "zorro" vuol dire volpe...

Il tizio ride, constatando come il candore di quest'informazione abbia spazzato via in un sol colpo il suo castello di similitudini e metonimie. L'intimismo è morto sul nascere dunque, affossato da riferimenti fuori luogo a eroi mascherati che riportano pace e giustizia nella Los Angeles seicentesca.
Ma forse è meglio così, dato che l'intento ultimo di ciò che aveva intenzione di scrivere era far passare un messaggio all'esterno. Cercare di far capire a qualcuno cui tiene, attraverso la sua esperienza, che non ha senso curar le foglie se gli alberi son morti. Ma forse la sua è solo un'ingerenza, ed anche se la storia gli ha insegnato che in certe situazioni ci si dovrebbe solo alzare e scappare, non può nè deve convincere qualcuno a farlo. Perchè ognuno ha il sacrosanto diritto di andare a sbattere, se ritiene che il gioco valga la candela. Convincere qualcuno del contrario sarebbe controproducente, oltrechè una perdita di tempo. Meglio offrire il proprio covo come buen retiro, se ce ne sarà bisogno.
Perchè certe cose lasciano il segno. Proprio come Zorro.


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